UNI/PdR 125:2022

Sistema di certificazione della parità di genere

Contesto normativo di riferimento

L’art. 46-bis del decreto legislativo n. 198/2006, introdotto dalla legge n. 162/2021, istituisce la nuova certificazione di parità di genere. Con tale norma, il legislatore ha voluto dare concretezza alla missione 5 del PNRR, introducendo uno strumento che consente di accedere ad un sistema di premialità ai datori di lavoro che pongono in essere iniziative volte a ridurre il divario di genere.

L’art. 46, comma 1 del decreto legislativo n. 198/2006, modificato dalla legge n. 162/2021, ha esteso l’obbligo alle aziende pubbliche e private che occupano oltre cinquanta dipendenti[1] per la redazione di un rapporto almeno ogni due anni sulla situazione del personale maschile e femminile”, il cui invio è previsto per il 30 settembre 2022[2], in relazione allo stato di assunzioni, della formazione, della promozione professionale, dei livelli, dei passaggi di categoria o di qualifica, ma anche di altri fenomeni di mobilità, dell’intervento della Cassa integrazione guadagni, dei licenziamenti, dei prepensionamenti e pensionamenti, della retribuzione effettivamente corrisposta.

Il rapporto biennale in particolare è il primo gradino per ottenere in seguito la nuova certificazione della parità di genere secondo l’articolo 46-bis del Dlgs 198/2006,  perché tale rapporto deve dare conto di alcuni parametri minimi da conseguire in materia di pari opportunità ai fini del conseguimento della  certificazione.

Con la pubblicazione del DPCM 29/04/2022 (GU n.152 del 1-7-2022) sono stati definiti i parametri per il conseguimento della certificazione della parità di genere e i meccanismi di verifica e controllo[3] e gli obblighi di informativa annuale da parte del datore di lavoro.

Cos’è

Il 16 marzo 2022 è stata pubblicata la Prassi di Riferimento UNI/PdR 125:2022 sulla Parità di Genere, che delinea i requisiti per la Certificazione di Parità di Genere richiamata dal PNRR.

La Prassi di riferimento UNI/PdR 125 è un documento messo a punto dall’UNI[4] che riflette gli esiti del confronto svoltosi all’interno del “Tavolo di lavoro sulla certificazione di genere delle imprese” coordinato dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, con la partecipazione di altre Amministrazioni, con cui sono stati definiti criteri, prescrizioni tecniche ed elementi funzionali alla certificazione di genere prevista anche dal PNRR.

La Certificazione per la Parità di Genere è applicabile a qualsiasi tipo di Organizzazione, sia del settore privato, pubblico o senza scopo di lucro, indipendentemente dalle dimensioni e dalla natura dell’attività. La UNI/PdR 125:2022 prevede infatti una flessibilità nella sua applicazione, andando ad adattarsi sia alle caratteristiche dei vari settori produttivi, sia alle dimensioni aziendali.

Vantaggi

L’ottenimento della certificazione dà accesso alle seguenti misure agevolative:

  1. sgravio contributivo a favore delle aziende che al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento siano in possesso della certificazione, applicato su base mensile che non può essere superiore all’1% dei contributi dovuti, né oltrepassare il limite massimo di € 50mila annui per azienda (art. 5, commi 1 e 2, Legge n. 162/2021);
  2. punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti (art. 5, comma 3, Legge n. 162/2021);
  3. la riduzione del 30% della garanzia fideiussoria per la partecipazione alle gare pubbliche (art. 93, comma 7, del d.lgs. n. 50/2016, modificato dall’art. 34, comma 1, lettera a) della Legge 79/2022);
  4. criterio premiale nella valutazione dell’offerta, che le amministrazioni aggiudicatrici dovranno indicare nel bando di gara, nell’avviso o nell’invito (art. 95, comma 13, del d.lgs. n. 50/2016, modificato dall’art. 34, comma 1, lettera b) della Legge 79/2022).

Finalità ed obiettivi

La prassi di riferimento per la parità di genere nelle aziende prevede la misura, la rendicontazione e la valutazione dei dati relativi al genere, con l’obiettivo di colmare i gap attualmente esistenti e di incorporare il modello della parità̀ di genere nelle aziende, così da produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo, agendo sui seguenti driver:

  • rispetto dei principi costituzionali di parità e uguaglianza;
  • adozione di politiche e misure per favorire l’occupazione femminile – specie quella delle giovani donne e quella qualificata – e le imprese femminili, anche con incentivi per l’accesso al credito e al mercato ed agevolazioni fiscali;
  • adozione di misure che favoriscano l’effettiva parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro, tra cui: pari opportunità nell’accesso al lavoro, parità reddituale, pari accesso alle opportunità di carriera e di formazione, piena attuazione del congedo di paternità in linea con le migliori pratiche europee;
  • promozione di politiche di welfare a sostegno del “lavoro silenzioso” di chi si dedica alla cura della famiglia, nel rispetto dell’art. 3.1 della Costituzione (uguaglianza formale);
  • adozione di misure specifiche a favore delle pari opportunità, in linea con quanto stabilito dall’art. 3.2 della Costituzione (uguaglianza sostanziale);
  • integrazione del principio dell’equità di genere nella normativa nazionale affinché la sua adozione volontaria diventi riferimento qualora fosse richiesto alle organizzazioni pubbliche e private di ogni settore e dimensione di certificare la sostenibilità e l’adozione di politiche di genere, giustificata a ragione di specifiche esigenze e finalità produttive, in contesti quali, ad esempio, gare di appalto, rilascio di contributi pubblici oppure da un sistema di premialità allineato ai principi di libero mercato.

Come iniziare

Per ottenere la certificazione, è necessario innanzitutto implementare un efficace sistema di gestione per la parità di genere, conforme alla Prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022.

Iter di certificazione

La certificazione UNI/PdR 125:2022 avrà una validità di 3 anni e si può ottenere con il seguente iter:

  • Compilazione del questionario per la raccolta di informazioni e dati preliminari
  • Condivisione offerta tecnico-economica
  • Riesame della domanda e pianificazione dell’audit
  • Audit di stage 1 (esame documentale)
  • Audit di stage 2 (Verifica del sistema di gestione e della sua efficacia)
  • Revisione indipendente del comitato tecnico a seguito di audit con esito positivo
  • Emissione e rilascio del Certificato
  • Dopo 12 e 24 mesi dall’ottenimento della certificazione, l’Organizzazione sarà sottoposta a audit di sorveglianza.
  • Al terzo anno l’Organizzazione sarà sottoposta ad un audit di rinnovo per estendere di ulteriori tre anni la validità del proprio certificato

[1] Art. 46 comma 1-bis: Le aziende pubbliche e private che occupano fino a cinquanta dipendenti possono, su base volontaria, redigere il rapporto di cui al comma 1.

[2] A partire dal 2023 la scadenza per l’invio sarà invece il 30 aprile.

[3] Da parte delle rappresentanze sindacali aziendali e alle consigliere e i consiglieri territoriali e regionali di parità.

[4] Le prassi di riferimento, adottate esclusivamente in ambito nazionale, rientrano fra i “prodotti della normazione europea”, come previsti dal Regolamento UE n.1025/2012, e sono documenti che introducono prescrizioni tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo ristretto a chi ne è autore, sotto la conduzione operativa di UNI.

Le prassi di riferimento sono disponibili per un periodo non superiore a 5 anni, tempo massimo dalla loro pubblicazione entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo (UNI, UNI/TS, UNI/TR) oppure devono essere ritirate.

Per richiedere un preventivo cliccare qui.